A seguito della sospensione, per molte persone, del reddito di cittadinanza, è importante chiarire alcuni aspetti che riguardano il ruolo dei servizi sociali.

I servizi sociali prendono in carico i cittadini che percepiscono il Reddito di cittadinanza che sono indicati nella piattaforma Gepi, creata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, per permettere ai Comuni di gestire le attività di valutazione, predisposizione dei Patti per l’inclusione sociale e monitoraggio periodico.

Le persone, quindi, che risultano inserite nella banca dati della piattaforma Gepi saranno convocate direttamente dai servizi sociali dei Comuni, entro il 31 ottobre, 2023, secondo quanto stabilito dalla norma, per avviare la valutazione e la presa in carico.

Non è necessario, quindi, rivolgersi ai servizi sociali poiché gli aventi diritto saranno, comunque, contattati.

In sostituzione del Reddito di cittadinanza, il 1 settembre 2023 entrerà in vigore la prima delle nuove misure di contrasto alla povertà varate dal Governo in carica, ovvero il “Supporto per la formazione e il lavoro”, mentre il 1 gennaio 2024 entrerà in essere la seconda misura, l'”Assegno di inclusione”. I cittadini che hanno subito la sospensione del Reddito di cittadinanza potranno, pertanto, sulla base dei requisiti indicati dalla normativa vigente, provare ad accedere a queste due misure.

Chiaramente ogni cittadino in condizione di fragilità e bisogno può rivolgersi ai servizi sociali per richiedere aiuto e supporto e per definire un progetto di sostegno e fuoriuscita dalla situazione difficoltà. Si sottolinea che i servizi sociali non possono riattivare la misura del reddito di cittadinanza a meno che, le persone interessate, non figurino nella piattaforma Gepi come aventi diritto a percepire il Reddito di cittadinanza.