Tragicamente, come i recenti fatti di cronaca dimostrano, non possiamo abbassare la guardia sul problema della violenza sulle donne ma, al contrario, dobbiamo sempre di più impegnarci per promuovere una nuova cultura del rispetto”. Tania Barbi, direttrice del Coeso Società della Salute interviene così a commento della ricorrenza del 25 Novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. “La violenza, che arriva anche ai suoi estremi come il femminicidio, è un problema che i nostri assistenti sociali e gli altri professionisti che operano sul territorio rilevano con drammatica frequenza: spesso, purtroppo, quando si arriva ai servizi, il disagio e la difficoltà sono già conclamati ed è necessario intraprendere percorsi per mettere in sicurezza le persone”. Coeso Società della Salute, infatti, fa parte della rete del Codice rosa, oltre a gestire una Casa rifugio, all’interno del circuito regionale, e lavora da anni con altri enti e organizzazioni del Terzo settore per aiutare le donne vittime di violenza e i loro familiari, spesso minori, a uscire dallo stato di pericolo. Nell’anno 2023 il servizio sociale professionale ha contribuito a inserire 20 persone (donne e figli minori) nel percorso del Codice rosa ed effettuato 45 colloqui informativi sul tema.

“Grazie alla collaborazione con le associazioni del territorio e alla consapevolezza, sempre maggiore, che parte della comunità ha sul tema – aggiunge la direttrice Barbi -, stiamo affinando la capacità di intercettazione del rischio, anche andando ad analizzare elementi che possono essere campanelli d’allarme come, per fare un esempio, la dipendenza economica che può essere usata come forma di violenza, controllo e sottomissione. Ricordiamo, quindi, a tutte le donne che vivono una situazione di difficoltà che è possibile rivolgersi al servizio pubblico – gli assistenti sociali, gli operatori sanitari, le forze dell’ordine – ma anche alle associazioni di volontariato che lavorano, in rete, per tutelare la donna e che il Codice rosa è uno strumento che ha permesso, negli anni, di proteggere centinaia di donne e i loro figli da situazioni di rischio”. Chi ha bisogno, quindi, può rivolgersi anche ai presidi del servizio sociale presenti sul territorio, che sapranno indirizzare la persona interessata verso il percorso più giusto da seguire (Tutti gli indirizzi).

“Preme sottolineare – aggiunge Tania Barbi – che accanto alla difesa della donna è fondamentale anche il recupero di chi commette violenza, in modo che il comportamento criminale non si ripeta. Sul nostro territorio è attivo lo Spazio di ascolto uomini maltrattanti, che dalla sua apertura ha sostenuto, in un percorso di consapevolezza e rieducazione, molti uomini”. Sono 41 gli uomini seguiti dai professionisti dello sportello nel 2022 e 30 le persone impegnate nel percorso in questo momento.