Il progetto Seus, la sua sperimentazione e una riflessione sui cambiamenti che sta affrontando il servizio sociale professionale sui territori sono stati trattati nell’incontro con l’Ordine degli Assistenti Sociali della Toscana organizzato dal Dipartimento dei Servizi  sociali dell’Ausl Toscana sud est, il 13 febbraio scorso.

Presenti all’evento l’assessora ai Servizi Sociali della Regione Toscana Serena Spinelli, Rosa Barone, Presidente dell’Oas Toscana, Barbara Trambusti, Dirigente della Direzione Sanità, Welfare e Coesione Sociale della Regione Toscana. Hanno partecipato anche tutti i Direttori di SdS/Zona Distretto con i loro Dirigenti amministrativi e molti Direttori di Dipartimento dell’Azienda. Ha coordinato i lavori Patrizia Castellucci, Direttrice dei Servizi Sociali dell’Ausl Toscana sud est.

Tra i vari interventi, infatti, si è registrato quello di Valentina Mazzoni, assistente sociale del Coeso Società della Salute che ricopre il ruolo di Res (Responsabile Emergenza Sociale) nel sistema Seus.
La dottoressa Mazzoni ha messo in rilievo l’importanza del Pronto intervento sociale nell’area socio sanitaria Amiata Grossetana, Colline Metallifere e Grossetana, una zona molto vasta che riunisce, oggi, 3 ex zone distretto che si sono accorpate e della quale fanno parto 20 Comuni. Sono oltre 60 gli assistenti sociali che operano sul territorio e 14 di questi fanno parte del Goes (Gruppo Operativo Emergenza Sociale).

L’aggancio alla Coes (Centrale Operativa Emergenza Sociale) è avvenuto ad aprile 2023 ed il numero verde è stato esteso agli altri segnalanti ad ottobre 2023: un’esperienza molto recente che sta dando, però, già importanti risultati, nonostante le criticità che derivano dall’estensione territoriale del servizio e dal numero elevato di emergenze che vengono segnalate per la presa in carico.

Entrare nel Seus, come ha sottolineato l’assistente sociale Mazzoni, è un’esperienza costruttiva e sfidante perché ha comportato la creazione di una nuova infrastruttura zonale, che permettesse l’avvio della sperimentazione Seus e il corretto funzionamento del servizio, e un cambiamento culturale nella mentalità professionale abituata, sino a quel momento, a svolgere un lavoro ordinario tipico del servizio sociale territoriale, che però all’occorrenza è stato in grado di gestire anche le emergenze, per arrivare alla consapevolezza che gli interventi in emergenza è opportuno che vengano gestiti da assistenti sociali con competenze, tempi e setting dedicati e specifici del lavoro in emergenza.

Un percorso che è stato possibile grazie al lavoro svolto dal Dipartimento del servizio sociale che ha accompagnato ogni zona, ognuna con le sue peculiarità, verso un percorso di ingresso in Seus unico per tutti, in termini di processi e procedure, e ha avviato un processo di cambiamento culturale del servizio sociale, in cui un ruolo fondamentale è stato svolto dalla formazione continua.

“Il cambiamento culturale che si sta manifestando attraverso l’avvio di servizi innovativi – ha detto Valentina Mazzoni – richiede uno sforzo da parte di tutti gli assistenti sociali in termini allineamento culturale, ovvero il superamento di differenze mediante lo sviluppo di una mentalità condivisa, finalizzato alla costruzione di una identità più coesa all’interno della nostra comunità professionale. Sappiamo che una comunità professionale più coesa è anche più forte e in grado di avere maggiore voce nei vari tavoli istituzionali ai quali prende parte ed è per questo che dobbiamo continuare a lavorare in questa direzione”.

Durante l’incontro si è parlato dell’esperienza del Dipartimento dei Servizi Sociali per lo sviluppo della professione, articolata in tematiche-cardine che gli operatori coinvolti hanno sintetizzato in interventi mirati, sintetici e qualificati: non autosufficienza e disabilità; Servizio Sociale unico; rapporti professionali con i servizi specialistici Serd, SMA (Salute Mentale Adulti) e SMIA (Salute Mentale infanzia adolescenza); le Commissioni Multidisciplinari di Vigilanza e Controllo delle strutture residenziali e semiresidenziali; il Servizio di Emergenza Urgenza Sociale e i percorsi di formazione.
Il tutto in un clima di ascolto e confronto aperto, dove lo spessore tecnico si è armonizzato con le parole chiave della giornata: cambiamento, integrazione e complessità.