Una struttura demografica sbilanciata, dove all’estensione del territorio corrisponde una densità di popolazione distribuita in maniera disomogenea, una scarsa dotazione infrastrutturale, basso reddito e bassi livelli di istruzione: sono questi gli elementi che, ancora una volta, vengono evidenziati nel profilo di salute presentato oggi, venerdì 20 dicembre, all’assemblea dei soci del Coeso Società della Salute (che comprende 20 comuni della provincia di Grosseto e l’azienda Usl Toscana sud est).

E’ a partire proprio dal profilo e dall’immagine di salute che, entro marzo secondo quanto stabilisce la legge regionale, dovrà essere redatto il Pis 2020 – 2022, piano integrato di salute, il documento che detterà le linee da seguire nei prossimi due anni per la programmazione e l’erogazione del servizi sociali, socio sanitari e socio assistenziali.

Nella sala Marraccini della Banca Tema sono stati messi in rilievo gli aspetti da tenere in considerazione: sia dal punto di vista delle evidenze scientifiche – espresse nel Profilo di salute – sia per la percezione che della propria condizione di benessere o meno ha la comunità – nell’immagine.

“La legge regionale – spiega Fabrizio Boldrini – ci impone di indagare questi due aspetti per la redazione del Pis e lo fa giustamente: perché i dati concreti da soli non bastano per la programmazione delle politiche di salute. Nel nostro stile di vita, nel nostro modo di rivolgersi ai servizi pubblici, tanto incide anche la percezione che abbiamo della nostra condizione, anche se spesso può essere distante dalla realtà. Con il Pis andremo a definire gli obiettivi di salute, la distribuzione delle risorse economiche e la rete dei servizi e degli interventi da attivare”.

Ecco quindi che un gruppo di ricercatori hanno raccolto i dati, attraverso ricerche compiute dall’Istat o dall’Ars, agenzia regionale di sanità, e li hanno confrontati con la percezione dei cittadini attraverso un’indagine demoscopica che ha utilizzato il metodo delle interviste telefoniche.

“E’ importante tenere conto – dice Giacomo Termine, presidente della SdS Grossetana – anche delle differenze tra le zone che compongono, oggi, la zona socio sanitaria: nell’ex zona Grossetana, ad esempio, non riscontrano alcune problematiche che invece si evidenziano nelle Colline Metallifere o sull’Amiata. Essere consapevoli di questo ci aiuterà anche ad uniformare l’offerta di servizi e prestazioni nei prossimi anni, ma anche ad intervenire su questioni specifiche con progetti appositi”.